- Dove: San Donà di Piave (VE), Via Vittorio Veneto
- Tipologia: parco cittadino
- Zone al coperto: no
- Durata prevista: 30′ per la visita
- Età consigliata: dai 4 anni in su
- Adatto ai passeggini: sì
- Aree ristoro: no
- Aree pic-nic: no
- Servizi attrezzati per bambini: no
- Parcheggio: sì, libero in Via Vittorio Veneto
- Ingresso a pagamento: no
Il Parco della Scultura in Architettura si trova a San Donà di Piave, una cittadina (la nostra) di circa 42.000 abitanti. San Donà si trova in provincia di Venezia, adagiata sulla riva sinistra del fiume Piave ed è una destinazione adatta ad una visita con i bambini.
Non si tratta di una località turistica, ma riserva delle buone proposte per delle attività in famiglia. Magari vi potrà capitare di essere di passaggio per visitare il litorale adriatico oppure abitate nelle vicinanze e volete conoscere meglio la zona.
L’esplorazione del territorio sandonatese che vi proponiamo parte dai Parchi di San Donà di Piave, una risorsa preziosissima per i bambini che hanno voglia di correre, ma il Parco della Scultura in Architettura riserva anche qualcosa di più.
San Donà di Piave: città sostenibile
Noi che a San Donà ci siamo nati, continuiamo – erroneamente – a considerarla una cittadina un po’ provincialotta e poco attraente. Promettente, sì, ma abbastanza timida rispetto alla roboante offerta turistica della vicina Jesolo. E magari anche un po’ carente, a livello culturale, in confronto alla ricca Treviso o all’eterna Venezia.
Nulla di più sbagliato: da anni ormai San Donà si sta riqualificando, facendo emergere una sua propria unicità. Si tratta di un’identità che non è né artificiosa, né stucchevole. È un’identità che prende un po’ da questi luoghi: in lento, ma continuo movimento, come le acque del fiume.
La nostra città sta rivelando un’anima sostenibile e moderna che ci piace molto.
Il palinsesto di eventi è ben distribuito durante tutto l’anno e nascono sempre nuove realtà che vivacizzano la vita sandonatese con proposte al passo con i tempi.
Ve ne parleremmo volentieri, ma questo non è il periodo migliore per farlo. Gli eventi pubblici sono ancora off-limits per via del necessario contenimento del Covid che, anche qui, non è stato molto clemente.
È infatti notizia degli ultimi giorni che in questo 2020 non ci sarà l’annuale Fiera Regionale del Rosario, un appuntamento imperdibile per i sandonatesi, ma non solo.
Si tratta di un weekend lungo di eventi che porta in città tantissime persone non solo per la fiera campionaria, ma anche per la gastronomia, le giostre, la musica e gli spettacoli. Una tradizione che si ripete dal XIX secolo.
Eh vabbè, quest’anno è un po’ bislacco, ormai lo abbiamo capito.
Quello che però possiamo fare ora è portarvi a spasso con noi all’aria aperta per scoprire luoghi di grande valore. Alcuni di questi vengono ingiustamente dimenticati o ignorati e, invece, riservano grandi sorprese.
Strane sculture di ferro all’orizzonte
Il Parco della Scultura in Architettura è presente in città dagli anni ’90 .
Io, per anni, ci sono passata davanti in auto nel tragitto casa-scuola. Mi sono sempre interrogata sul senso di quegli elementi ferrosi dalle forme strane, adagiati sull’erba, che vedevo lungo la strada. I “grandi” mi avevano spiegato che erano sculture d’arte….contemporanea.
Arte contemporanea?! Ma cos’era? Al tempo, i miei coetanei a scuola riducevano la cosa ad un “so farlo anche io un quadro di Picasso”! Io, in fondo, ero pure d’accordo, perché l’arte contemporanea proprio non la capivo.
Fortunatamente si cresce, si studia e si impara a vedere oltre le apparenze, a interpretare un’opera d’arte il cui significato va al di là dell’ovvio.
Nonostante ciò, non mi ero finora mai spinta andata ad approfondire cosa fossero quegli strani manufatti in mezzo al verde. Negli anni ho poi saputo che si trattava di sculture importanti e che quel Parco, dal nome un po’ strano, era visitato da scolaresche e studiosi internazionali per il suo grande valore artistico. Wow. Fine della storia.
Sembra un po’ sciocco a raccontarlo così, ma, davvero, quando si ha qualcosa sempre sotto al naso si finisce per darlo per scontato. C’è voluta una quarantena (e la fine della quarantena) perché ci facessimo prendere dalla voglia di esplorare il Parco della Scultura in Architettura.
Avevamo passato il lockdown a esplorare il mondo dal divano di casa nostra, quindi anche i luoghi più vicini, sono diventati per noi occasioni di stupore e di (ri)scoperta.
Nel primo pomeriggio di sole e di libertà di circolazione, abbiamo quindi inforcato le nostre biciclette, indossate le mascherine e siamo partiti a caccia di opere!
Il Parco della Scultura in Architettura
Geolocalizziamoci: siamo a Mussetta, uno dei quartieri più grandi e popolosi di San Donà di Piave.
La zona non è quella che ti aspetti per un Parco di questa portata culturale: siamo infatti a ridosso di una strada provinciale molto trafficata (SP83, nel tratto di via Unità d’Italia che porta a Noventa di Piave) e di una zona commerciale-industriale di vecchia data stretta tra via Monte Popera e via Vittorio Veneto, in prossimità delle Piscine Comunali.
Il Parco non è grande, è più un’area verde: 8000 mq distribuiti soprattutto in lunghezza. E, in effetti, proprio di un’incolta area verde si trattava, quando l’imprenditore Adalberto Mestre ha pensato di trasformarla in qualcosa di più.
Ottenuta l’autorizzazione comunale e affidata la progettazione all’architetto Toni Follina, l’imprenditore cominciò ad attirare importanti artisti per l’allestimento: nasceva così il Parco della Scultura in Architettura. Era il 1991.
A partire dall’inaugurazione, fino agli anni 2000, il Parco si è arricchito di opere di artisti e designer italiani ed internazionali del calibro di Bruno Munari, Aldo Rossi, Sol LeWitt. Niente male, eh? Il progetto si è poi arrestato, ma le opere sono proprio lì, che aspettano di essere scoperte dai nostri giovani cacciatori d’arte.
Bruno Munari per i bambini
Tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito con le loro opere ad allestire il Parco della Scultura in Architettura, il milanese Bruno Munari (1907-1998) è sicuramente il più vicino al mondo dell’infanzia (e anche il mio preferito).
Munari si è prodigato per avvicinare i bambini all’arte, puntando a stimolare la loro naturale curiosità e creatività.
«Non potendo cambiare gli adulti, ho scelto di lavorare sui bambini perché ne crescano di migliori. È una strategia rivoluzionaria quella di lavorare sui e con i bambini come futuri uomini» (Bruno Munari)
Già grafico ed espositore (nel 1933 realizzava la serie “Macchine inutili”, legata ai ricordi dei suoi giochi infantili), vicino alle maggiori correnti artistiche nazionali e internazionali, con la nascita del figlio Alberto, nel 1940, avvicina sempre di più la sua opera al mondo dell’infanzia.
Tra gli anni ’40 e gli anni ’60 realizza alcune serie di libri dedicati ai bambini e giochi didattici innovativi con i nuovi materiali, abbastanza duttili da risultare adatti ad interpretare ciò che la fantasia dei bambini suggeriva.
L’opera di Munari dedicata all’infanzia più interessante è, almeno a mio avviso, la collana dei Prelibri (1979).
Si tratta di un box di 12 libretti sensoriali pensati per i bambini in età prescolare per stimolare la loro curiosità attraverso le sensazioni tattili, trasformando il libro in un sorprendente elemento di gioco, creatore di scenari e di scoperte.
L’attività di Munari è stata molto proficua anche dal punto di vista della didattica. Cominciata con i laboratori per bambini alla Pinacoteca di Brera nel 1977, oggi il suo è divenuto un metodo didatittico di educazione artistica riconosciuto. Ciò grazie anche all’opera dell’Associazione Bruno Munari che ha istituito il Master in Metodologia Bruno Munari®.
Rispettare e incentivare lo spirito di scoperta dei bambini senza vincoli all’esplorazione, assecondando il dialogo con le opere, lasciandoli liberi di osservare, toccare e interagire: questo è il metodo di Munari ed è anche il modo in cui vi suggeriamo di visitare il Parco della Scultura in Architettura con i vostri bambini.
Come arrivare al Parco della Scultura in Architettura
Come dicevamo, il Parco della Scultura in Architettura è piccolo e si visita in poco tempo, anche con i bambini. Non è attrezzato per soste o picnic, perciò la visita ideale, secondo noi, è una “Caccia all’Opera” alla scoperta delle sculture e installazioni.
Si potrà poi proseguire il giro e trascorrere il pomeriggio in un luogo più tranquillo, lontani dal traffico della Strada Provinciale.
Potete raggiungere il Parco in auto e posteggiare in via Vittorio Veneto dove c’è un ampio parcheggio gratuito. Oppure potete arrivare in treno e passeggiare per 20-25 minuti.
Se siete “nostrani” vi consigliamo di arrivare in bici.
Per continuare il giro sulle due ruote potrete, ad esempio, optare per:
- una merenda al Chiosco ai campi sportivi;
- un pic-nic al vicino Parco di via Tarvisio;
- una bella pedalata fino al centro di Noventa di Piave per andare a mangiare un gelato super naturale alla Gelateria Via Piave;
- un pomeriggio di tuffi alle Piscine;
- raggiungere Piazza Indipendenza a San Donà percorrendo Via Lungo Piave Superiore, attraversando la cittadella scolastica e passando per la nuova ciclabile di Viale della Libertà.
“Caccia all’opera” al Parco della Scultura in Architettura
La nostra visita è durata circa una mezz’ora e per le bambine è stato molto bello “saltare” (letteralmente) da un’opera all’altra.
Le installazioni sono molto grandi e possono risultare molto curiose e buffe per i bambini.
A questo link trovate le foto, i bozzetti e le descrizioni di tutte le sculture che troverete nel Parco.
Le nostre preferite sono sicuramente “La casa abbandonata” di Aldo Rossi e “Una scultura per gioco” di Bruno Munari.
Il nostro consiglio: camminate tra le opere, osservate le reazioni dei bambini, chiedete cosa pensano che siano e cosa secondo loro potrebbero rappresentare e ascoltate le buffe risposte che ne usciranno. E poi spiegate loro cosa intendeva rappresentare l’opera (sempre che non siano già passati ad arrampicarsi sull’opera successiva!)
Se i bambini sono molto piccoli, lasciate semplicemente che interagiscano con le opere, come elementi del Parco, nei quali si può salire, passare sotto, attraverso, sopra. Sarà divertente in ogni caso!
Noi ci siamo divertiti al Parco della Scultura in Architettura e che ci siamo portiati a casa un po’ di sano stupore e il benessere di una giornata all’aria aperta!
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Foto di copertina: elevamentealcubo.it
AleFae says
Volevo solo puntualizzare il fatto che Mussetta qui intesa nell’articolo non è frazione ➗ (magari!!!)!!!!
La frazione è riferita a Mussetta di Sopra zona Fogolar scuola XIII Martiri
mentre il Parco è nel quartiere ? di Mussetta di Sotto, ma comunemente viene definita “frazione” per l’enorme concentrazione demografica.
Ho voluto informarti perché se cliccano nei motori di ricerca esce che è un quartiere. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Mussetta_di_Sotto
Conunque ti faccio Complimenti ? per l’articolo mi è piaciuto e letto “tutto d’un fiato”!!! Ero curiosa anch’io di capire cosa ci facevano quelle sculture in mezzo al verde ? visto che abito poco distante.
Claudia Bi says
Grazie mille per i complimenti ?
Ma sai che davvero mi sfugge la differenza tra frazione e quartiere? ?
Quindi Mussetta di Sopra è frazione e Mussetta di Sotto è quartiere?