
Le Cinque Terre sono uno di quei luoghi da cartolina da visitare almeno una volta nella vita e sono una destinazione che si può affrontare anche con i bambini.
Sono Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco, nonché Area Marina Protetta e fanno parte tanto di un Parco Regionale, quanto del Parco Nazionale Cinque Terre.
Nonostante la loro celebre morfologia “arroccata” sulle scogliere, visitare le Cinque Terre con i bambini è fattibile.
Vi consiglio comunque di valutare se i vostri piccoli viaggiatori amino sufficientemente camminare e siano pronti a scalare gradini e stradine in salita.
Il bello delle Cinque Terre è infatti camminare tra viuzze e carruggi: i più piccoli possono essere portati nel marsupio, ma i più grandicelli dovranno essere disposti a camminare un po’. Il passeggino, questa volta, sarà meglio lasciarlo a casa.

Quando andare alle Cinque Terre
Se potete, evitate di visitare le Cinque Terre in piena estate, quando è altissima stagione: anche i bambini vi ringrazieranno!
Per questioni lavorative, noi non avevamo alternative. Ma la primavera e l’autunno sono sicuramente i periodi più indicati per godere appieno di queste perle della Liguria.
Potrete gustare le passeggiate su e giù per i carrugi sotto un sole mite nella tranquillità della bassa stagione. Anche i treni risulteranno di sicuro meno affollati.
Noi, avevamo le ferie solo dopo Ferragosto e, piuttosto di fare una vacanza di sola spiaggia, abbiamo scelto la Riviera di Levante e, in particolare, le Cinque Terre, per coniugare mare, cultura e meraviglia.
Il vantaggio di andare alle Cinque Terre in estate, se vogliamo, è che in quel mare – sconfinato e immensamente blu. puoi tuffartici, non solo ammirarlo: possiamo garantirti che per i bambini questo è in assoluto il più grande plus!
Ma ciò nonostante: primavera, guys.

Come si presentano e come muoversi alle Cinque Terre
Tutto ciò premesso, Google Maps o atlante alla mano: ci troviamo in Liguria, nella Riviera di Levante, in provincia di La Spezia.
Le Cinque Terre sono un sistema di piccoli borghi che si trova sul tratto costiero che va da La Spezia e Levanto. Non tutte si affacciano sul mare e, proprio per la loro caratteristica di essere essenzialmente paesi a vocazione agricola, vengono chiamate “Terre” e non “Porti”.
Qui la scogliera si getta a strapiombo sul mare, le spiagge e le insenature sono poche. L’agricoltura è sempre stata difficile, condotta con un faticoso sistema di terrazzamenti che è apprezzabile ancora oggi e produce vini, olii e agrumi.
Alla fine del XIX secolo c’erano ben 1400 ettari di terrazzamenti, oggi ne rimangono appena 100.
I borghi sono piccoli, arroccati sui promontori e conservano le tipiche abitazioni colorate nel caratteristico stile ligure ed edifici religiosi per lo più in stile gotico ligure.
Le Cinque Terre sono una destinazione da vivere a piedi, a piccoli passi, lasciando che lo sguardo si perda nel blu del mare e respirando quell’atmosfera di tempo sospeso e modernità chiassosa.
L’auto può tranquillamente essere lasciata a casa, perché guidare qui sarebbe davvero un’impresa!
Per visitare le Cinque Terre abbiamo acquistato la Cinque Terre Treno Card all’Infopoint della stazione ferroviaria di Levanto. Il biglietto dà la possibilità di fare illimitati viaggi sui treni regionali della tratta Levanto-La Spezia, nonché l’autobus per raggiungere Corniglia.
La Card include anche altri servizi che sono consultabili dal sito del Parco Nazionale delle Cinque Terre. La nostra era valida due giorni.
Per quanto riguarda l’alloggio, il nostro consiglio è quello di cercarlo al di fuori delle Cinque Terre per trovare una sistemazione economica e tranquilla. Noi ci troviamo sempre molto bene in appartamento e le nostre sistemazioni di solito le cerchiamo con Booking:
Le nostre Cinque Terre (meno una)
Il nostro programma, dopo il meritato relax, era di visitare tre Terre il primo giorno e due il giorno seguente.
Nella realtà, abbiamo saltato Corniglia, perché l’autonomia delle bambine quel giorno era esaurita e, tra tutte le Terra, ci è sembrata la meno accessibile, dovendo prendere un autobus dalla stazione del treno.
Corniglia, infatti, è l’unica delle Cinque Terre a non avere accesso al mare.
Il borgo è arroccato a 90 metri d’altezza su un promontorio e vi si accede camminando un bel po’ e facendo tanti tanti gradini: sto parlando della Lardarina, la scalinata di mattoni composta da 33 rampe e 400 gradini che dalla stazione conduce all’antico borgo.
L’alternativa è l’autobus, compreso all’interno del biglietto Cinque Terre Card. Un po’ ci dispiace di non averla visitata, ma è un buon motivo per tornare tra qualche anno, non credete?

Riomaggiore e Manarola
Quindi, con il treno, abbiamo raggiunto Riomaggiore.
Il borgo è stato fondato nel XIII secolo ad opera degli abitanti di alcuni borghi collinari in fuga dalle escursioni saracene. L’abitato si sviluppa sull’antico corso del Rivus Major, oggi interrato.
La camminata per uscire dalla stazione è decorata con bellissimi mosaici realizzati dall’artista Silvio Benedetto. Se ne trovano tantissimi alle Cinque Terre, in un sorprendente continuum di arte e natura.
Proprio dalla stazione ferroviaria, partirebbe la celebre Via dell’Amore, il sentiero di 1 km a picco sul mare, che porta al borgo di Manarola. Purtroppo non è più percorribile dopo la frana del 2012 se non per i primi 300 mt. Sembra che verrà riaperta nel 2023.

Appena usciti dalla stazione ferroviaria, Riomaggiore esplode nella trafficata Via Colombo: street food, gelaterie, turisti, street food, ristorantini, street food, negozi di souvenir, street food, Apecar che tentano parcheggi impossibili, street food e tanto, tanto fritto al cartoccio.
Mi concederete questa malcelata ossessione, ma la mia intolleranza al glutine non mi permette di assaggiare nulla di tutto ciò, sebbene il mio cuore (e la mia pancia) lo desiderino ardentemente!
Quindi, se non siete intolleranti al glutine o celiaci e vi trovate a Riomaggiore, ordinate un bel cartoccio di fritto di pesce anche per me!

In compenso, io mi sono gustata una buona farinata di ceci e la mia famigliola si è data alla focaccia (NdA: e da quel momento non ha più smesso!)

Cosa fare a Riomaggiore? Principalmente passeggiare.
Fuori dalla calca, su per i carrugi, addirittura su per un ascensore, visitare la Parrocchiale di San Giovanni Battista, salire al Castello, scendere alla Marina, piena di gente e di barche, mangiare gelati, fare un bagno.



Salutata Riomaggiore, ci siamo diretti alla frazione Manarola, fondata nel XII secolo. Sorge su un’altura di 70 mt a strapiombo sul mare.
Anche qui abbiamo seguito i ritmi delle bambine e, dopo aver giocato un po’ a fare le ruote tra le bellissime piastrelle decorate di Piazza Cappellini (sempre di Silvio Benedetto con la figlia Flavia), abbiamo passeggiato per Via Discovolo fino alla Parrocchiale di San Lorenzo dalla quale si ha una bella vista delle tipiche vigne terrazzate.
Per onorare questo duro lavoro, abbiamo assaggiato un vino locale all’enoteca delle Cantine Burasca, grati di trovare della buona focaccia e stuzzichini preparati al momento al posto delle solite patatine in sacchetto.




Arrivate fino a Punta Bonfiglio per godere di uno degli scorci più panoramici di Manarola.

Vernazza e Monterosso al Mare
Il giorno seguente Vernazza ci ha accolto con la sua bella marina nella quale la tentazione di mollare zaini e vestiti per tuffarsi è davvero tanta!

Ma noi abbiamo scelto di affrontare la scalata alla Torre Doria.
La torre cilindrica di Belforte e il perimetro esterno sono ciò che rimane del Castello Doria, di origine medievale.
Per i bambini la salita è fattibile e, anzi, ne andranno orgogliosi!
La vista da lassù è qualcosa di stupefacente, perché si riesce ad avere una visuale affascinante sulle Cinque Terre. Spettacolari sono anche le agavi che crescono tra le rovine.


- Ingresso alla Torre: € 1,50
Il borgo di Vernazza è sorto nel 1080, nel luogo in cui il Rio Vernazzanola si gettava in mare ed era uno scalo marittimo per le galee genovesi. Proprio questo aspetto ha garantito prosperità alla borgata che si presenta tutt’oggi molto vivace e curata.
Andando alla Torre Doria, giratevi a guardare la Marina, con la Parrocchiale di S. Margherita di Antiochia (1318) che dà sul mare e Piazza Marconi, gremita di ristoranti molto carini.
Dopo pranzo ci siamo diretti a Monterosso al Mare, il borgo più pianeggiante delle Cinque Terre e, probabilmente, anche il più facile da visitare.

Il borgo sorge nel 1056 ad opera degli esuli di Soviore, dopo che il loro abitato era stato distrutto dai longobardi.
Il mio obiettivo principale era visitare la Statua del Gigante, scultura di cemento e ferro realizzata nel 1910 che originariamente sorreggeva una terrazza a forma di conchiglia appartenente alla sfarzosa Villa Pastine.
Mi affascinava questo simbolo di ricchezza e di rovina, la cui storia potete leggere qui. Sfortuna vuole che, causa alcuni lavori di recupero, la statua fosse ricoperta da impalcature!



Per consolarci, propio lì, ai piedi del Gigante, nella Spiaggia di Fegina, abbiamo trascorso un bel pomeriggio di mare e tuffi: armate le piccole di braccioli, abbiamo nuotato e fatto castelli di ciottoli.
La spiaggia di Monterosso è sassosa. C’è spiaggia libera, ma ci sono anche stabilimenti attrezzati.
Un grande parcheggio si affaccia sul mare.
Siamo rimasti più tempo che potevamo e siamo stati così bene che ci siamo ripromessi di tornare a Monterosso al Mare per un soggiorno di mare e, con l’occasione, visitare altri borghi nelle vicinanze.


Il lungomare di Monterosso è una piacevolissima passeggiata tra attività e giochi per i bambini dai quali, ovviamente, non riuscivamo più a venire via!


Da non perdere anche il Parco Letterario dedicato a Montale che, proprio a questi luoghi, ha dedicato molte delle sue opere e la camminata di 2 ore fino a Punta Mesco.
Con Monterosso nel cuore abbiamo salutato le Cinque Terre per proseguire verso le ultime tappe del nostro soggiorno: se vuoi continuare a visitare la Liguria con noi, leggi anche cosa abbiamo raccontato sui posti magnifici da vedere con i bambini sulla Riviera di Levante.
Per organizzare il nostro soggiorno abbiamo utilizzato questa guida, molto bella, di Touring Club Italiano e Slow Food Editore:
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Le Cinque Terre sono una delle cose più belle che abbiamo in Liguria; io ci torno sempre molto volentieri, anche se per me non sono proprio dietro l’angolo. Spero di riuscire a tornarci ancora tra una chiusura e un’altra!
Sono d’accordo, ci tornerei subito anch’io!