Il Monte Pelmo è una delle cime più belle e imponenti delle Dolomiti Bellunesi e si presta a favolosi trekking che vi resteranno nel cuore.
Oltre a favolose escursione, questo monte è anche luogo di un importantissimo ritrovamento in ambito paleontologico: è proprio sul Pelmetto, massiccio inferiore diviso dal “fratello grande” da una stretta forcella, che sono state ritrovate le impronte di alcuni piccoli dinosauri del Triassico Superiore.
Pronti allora a calzare le vostre pedule per partire come veri esploratori! Ma prima, un po’ di geografia!
Piccolo disclaimer: questo non è un percorso che abbiamo fatto con le bambine che, a mio avviso, sono ancora un po’ troppo piccole per questa tipologia di sentiero. Ho pensato però che potesse essere una buona proposta per bambini più grandi o ragazzini. A seconda dell’età e dell’abitudine a camminare in montagna, potrete anche unire un altro tratto di sentiero davvero scenografico di cui vi parlerò in questo articolo.
All’Ombra del Pelmo, el Caregón del Padreterno
Con i suoi 3.168 m s.l.m. il Monte Pelmo domina un po’ altezzoso la Val di Zoldo e la Val Fiorentina.
La forma un po’ schiacciata del Monte Pelmo (dal ladino Pelf, “grosso sasso compatto”) ha dato vita a numerose leggende ed un appellattivo un po’ peculiare che significa nientemeno che “Il Trono di Dio”. La cresta orizzontale, dove si trova il circo glaciale Valón, ricorda infatti la forma di una sedia, mentre le due spalle, la Spalla Est e la Spalla Sud, assomigliano ai braccioli.
A mio avviso, la leggenda più bella narra di quando Dio creò prima le Alpi e poi le Dolomiti. Non trovando un posto per riposarsi, dopo aver dato vita a tutte quelle punte e guglie maestose, creò il Pelmo per sedersi e lì si addormentò. Il primo turismo religioso della storia! La leggenda completa la trovate qui.
Un’altra leggenda parla di un Monte Pelmo molto diverso da oggi: molto più boscoso e verdeggiante, con pascoli al posto del nevaio. Poi una grossa frana ha fatto crollare parte della montagna che oggi si presenta a noi con tutta la sua nuda e aspra roccia. Su quella grigia roccia si avventurano gli scalatori più arditi che puntano a raggiungere la cima del Monte Pelmo attraverso la Cengia di Ball.
Ed è proprio una frana che ha portato alla luce le nostre Orme dei Dinosauri che si mostrano tuttora agli escursionisti impresse su di un masso che sporge sul lato sud-ovest del Pelmetto.
Come raggiungere le Orme dei Dinosauri
Per raggiungere le Orme dei Dinosauri del Monte Pelmo si parte dal Passo Staulanza che si trova a 1.783 m. s.l.m., lungo la SP 251 che collega la Val di Zoldo alla Val Fiorentina:
Il Passo (o Forcella) Staulanza si trova tra le pendici del Monte Pelmo e del Monte Crot, una vetta più modesta e boscosa. Lì troverete anche il Rifugio Passo Staulanza, in posizione strategica per ristorarsi un po’ al rientro dall’escursione e dotato di camere.
Dal Passo Staulanza partono favolose escursioni: è anche tappa dell’Alta Via N. 1 delle Dolomiti e IV Tappa dell’Anello Zoldano.
Per arrivare alle Orme dei Dinosauri si percorrerà il sentiero CAI n. 472 in direzione Rifugio Venezia, un sentiero molto frequentato, soprattutto in estate. Il sentiero è visibile e ben segnalato ad ogni bivio, ma è sempre meglio avere con sé, per ogni evenienza, la cartina.
Le cartine topografiche Tabacco sono le più affidabili, a nostro avviso. Arrivano all'interno di una bustina di plastica, molto utile in caso di pioggia o umidità e a volte salvano davvero la situazione!
Molto comode....a patto che riusciate a capire come ripiegarle 😛
La partenza del sentiero è proprio di fronte al Rifugio Staulanza. Il tempo di percorrenza è di circa 1h45 per una lunghezza totale di 5 km. Si passa dai 1.750 m s.l.m. del Rifugio a poco meno di 2.050 m s.l.m. del Pelmetto.
Il sentiero per le Orme dei Dinosauri sul Monte Pelmo
Il sentiero parte sunito in salita dentro ad un bosco umido e profumato, dal terreno sconnesso.
Mentre vi fermerete, inevitabilmente, ad ammirare qualcuno degli impareggiabili scorci dolomitici che si intravedono tra gli alberi, fate attenzione ai piedi: dopo una pioggia il fondo può risultare acquitrinoso. Per fortuna il sentiero, davvero ben tenuto, è dotato anche di passerelle di legno nei punti più fangosi.
Il sentiero costeggia il Pelmetto per circa 2 km, fino ad incontrare un cartello che, molto chiaramente, segnala la salita fino alle Orme dei Dinosauri, per la quale bisognerà svoltare a sinistra.
Le Orme dei Dinosauri vanno conquistate! Perché qui inizierà una ripida salita di ghiaia e massi bella croccantina (leggi: a me ha segato le gambe). Ma dei veri paleontologi avventurosi non si fermano di fronte a niente…soprattutto se sono dotati di gambe più agili delle mie (e se hanno una importantissima scoperta da fare)!
In cima alla salita li attenderà infatti un masso spigoloso curiosamente bucherellato. Ed eccole qui: tante piccole zampette di dinosauri vissuti 220 milioni di anni fa, che i rapidi cambiamenti della conformazione dolomitica hanno conservato
⚠️ Per raggiungere le Orme dei Dinosauri il dislivello è impegnativo e, in caso di pioggia, è meglio evitarlo, perché sarebbe troppo sdrucciolevole. Occhio quindi (sempre) alle previsioni meteo!
Piccole orme di piccoli dinosauri
Non è stato uno scienziato a scoprire questo reperto preistorico negli anni ’70, ma un escursionista e appassionato di paleontologia, Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore. Proprio grazie a lui il Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica dell’Università di Padova ha potuto interessarsi al ritrovamento.
A Vittorino Cazzetta si deve anche il ritrovamento dell’uomo preistorico di Mondeval e il sito di questo ritrovamento è raggiungibile facendo un’escursione meravigliosa di cui abbiamo parlato qui. Oggi gli è intitolato il Museo di Selva di Cadore dove sono conservati il calco delle Orme dei Dinosauri del Pelmo e lo scheletro del cacciatore mesolitico Valmo, detto anche “l’Uomo di Mondeval”.
Ma parliamo un po’ di questo ritrovamento: il primo quesito che gli esperti si sono trovati a risolvere è stato: come era possibile la presenza di dinosauri, creature terrestri, in una zona che milioni di anni fa era un ambiente marino tropicale?
Eppure gli studi successivi e i calchi delle impronte hanno confermato che i segni erano stati lasciati proprio su quello che era un sottile lembo di spiaggia formatosi una volta che il grande mare della Tetide si ritirò. Quella spiaggia che poi sarebbe diventata Dolomia Principale.
È proprio all’inizio del Norico, Triassico Superiore, quando le scogliere coralline erano state sommerse dal mare, che ha iniziato a formarsi l’arcipelago dolomitico. Tuttavia, fenomeni vulcanici a metà di quest’era hanno nuovamente cambiato le carte in tavola, rimescolando depositi calcarei insieme a quelli vulcanici.
E verso la fine del Triassico i sedimenti hanno ricoperto l’area che è diventata una pianura paludosa nella quale hanno camminato i nostri antichi dinosauri. Su questo ambiente si sono poi depositati gli Strati di Raibl, ma hanno continuato a giungere sedimenti calcarei provenienti da altre disgregrazioni e intanto continuava la subsidenza, per cui, da un lato il fondale sprofondava e, dall’altro da quelle profondità, sono poi emerse le Dolomiti.
All’epoca della pianura paludosa, animali preistorici terresti la percorrevano. Si scoprì allora che quelle orme erano state lasciate da Coleosauri, piccoli rettili carnivori, ma anche erbivori Prosauropodi e Ornitischi. Si tratta degli antenati dei grandi rettili del Giurassico a cui subito pensiamo quando si parla di dinosauri.
Il Pelmo detiene un grande record: in Italia si tratta di uno dei pochi ritrovamenti di orme di dinosauri così antichi.
La storia della formazione delle Dolomiti è affascinante e ci ricorda che tutto il nostro mondo è tuttora in lenta, ma inesorabile trasformazione.
Le Dolomiti sono uno spettacolo unico al mondo e, devo dire, che noi siamo davvero molto fortunati a viverci così vicino!
Proseguire sul Monte Pelmo dopo le Orme dei Dinosauri
Se i vostri giovani esploratori non sono paghi dell’esperienza, potete proseguire per il sentiero n. 472 e accompagnarli alla scoperta di una grande varietà di ambienti.
Il sentiero è infatti molto vario sia come ambiente che come tipologia di camminata e regala grandi soddisfazioni.
Attraverserete il bosco, uscirete al sole, guaderete piccoli ruscelli, percorrete sentieri di pini mughi e vedrete il Monte Pelmo sempre più da vicino.
A seconda della voglia di camminare della vostra comitiva, potrete fermarvi a bivaccare nella bellissima area chiamata “I Lach” a 1.981 m s.l.m. che però, come suggerisce il nome stesso, è caratterizzata da prati che possono risultare acquitrinosi dopo la pioggia. Il ritorno avverrà per lo stesso percorso dell’andata.
Chi desidera proseguire può raggiungere il Rifugio Venezia – Albamaria De Luca, uno dei rifugi più antichi e più paesaggistici delle Dolomiti.
Considerate che l’itinerario completo dallo Staulanza + Orme dei Dinosauri + Rifugio Venezia è considerato di difficoltà media, ma ho visto molti ragazzini percorrerlo, senza troppa fatica. Controllate sempre i km totali e i tempi di percorrenza segnalati dal CAI.
L’ultimo tratto per raggiungere il Rifugio è un po’ impervio, ma fattibile. I Campi di Rutorto, che si apriranno alla vostra vista, sapranno di sicuro ripagarvi dalla fatica, perché l’orizzonte si estende a lambire tantissime vette e troverete molti animali al pascolo: mucche e cavalli.
Le Orme dei Dinosauri sul Monte Pelmo sono una meta a cui arrivare almeno una volta nella vita e ai ragazzi piaceranno di sicuro, a patto di camminare un pochino!
Si tratta pur sempre di un trekking, non è una passeggiata al parco, perciò arrivate preparati e attrezzati. Ma poi godetevi la scalata e il superbo paesaggio.
Buona montagna!
Non solo Dinosauri: se vi va di viaggiare un po’ con la fantasia o cercate un percorso in montagna adatto a bambini di tutte le età, non perdetevi la favolosa Foresta dei Draghi del Latemar Montagnanimata in Val di Fiemme!
Dott. Gianfranco Bisaglia says
Gentile sig.ra Claudia,
il Suo articolo relativo alla “scoperta” delle orme dei dinosauri sul monte Pelmo mi è molto piaciuto. Desidererei, se possibile, mettermi in contatto con Lei per chiederLe alcune informazioni relativamente alla possibilità di accompagnare i miei nipotini a vedere le orme.
E’ possibile avere il Suo numero di telefono?
Grazie.
Dott. Gianfranco Bisaglia
Claudia Bi says
Buongiorno Gianfranco, può scrivermi a dammilamanoblog@gmail.com